Powered By Blogger

martedì 25 ottobre 2011

Rapina a mano armata (reg. Stanley Kubrick - 1955)



La foto è stata scattata a Paola quando avvenne il matrimonio di zia Pina, il 28 giugno del 1958. Lo zio Pepè lo ricorderò sempre con questa sua imponente fisionomia, accanto, alla sua destra Ciccillo Oliva, u grecu, che fu pure il bidello della scuola elementare a Platì, e alla sua sinistra mio cugino Pino Fedele, figlio della zia Rachelina e di zio Diego che allora era capelluto.

lunedì 24 ottobre 2011

Quattro matrimoni e un funerale (reg. Mike Newell - 1994)













Il funerale è quello dello zio Ernesto senior nel 1948, nelle foto  davanti la chiesa vedo il nonno Luigi, papà, lo zio Pepé, lo zio Mimì.

venerdì 21 ottobre 2011

La via del dolore (reg. Luigi Marone - 1916)




...  perché se è la sola felicità a essere salutare per il corpo, è però il dolore che sviluppa le forze dello spirito.
Marcel Proust, op cit

giovedì 20 ottobre 2011

Fiori d'autunno (reg. Mario Caserini - 1916)


Sonetto

Se parlu calabrisi Bonsignuri
E ti scongiuru mò… non t’ammussari:
Non sacciu comu ndaiu di parlari,
Su calabrisi di li testi duri!...
E cà ti portu puru lu mé kiuri
Nu kiuriceiu chi vali dinari!...
Oh Bonsignuri, non mi lu tornari
S’esti chinu di spini e senz’arduri,
Nta stu mbernu non vi chi friddu faci
A malapena lu potti scippari
E ti lu porto e vi se ti piaci…
Ma megghiu, Bonsignuri, dassa stari
Stu kiuriceju meu mu si ndi vaci:
Pigghia stu cori chi mi fa cantari.

Sac. Ernesto Gliozzi

Non chiedetemi chi sono le persone nella foto, è una delle tante scattate dallo zio Gioseppino, il fratello della nonna Lisa, che oltre ad essere stato il medico condotto del paese, è stato uno dei primi a possedere un'apparecchio fotografico 6 x 9. La foto risale ai primi anni '20. Qualcuno riconosce forse un parente?

mercoledì 19 ottobre 2011

Fratelli di sangue (reg. James W. Horne - 1935)

Colazione sull'erba

Alle spalle padre Pitrone, un rogazionista un pò toccato, si diceva dall'ultimo conflitto mondiale, che in confessione ci caricava di pateravegloria, spesso per colpe inventante, in quanto non avevamo niente da dirgli. Quello che ricordo è il suo alito, proprio spaventoso, era una vera penitenza, aggiunta al pateravegloria.

martedì 18 ottobre 2011

La legge (reg. Jules Dassin - 1958)



Proposta di legge 107
RELAZIONE
Il Comune di Platì è costituito da una popolazione di 3.874 abitanti di cui 1963 maschi e 1911 femmine. Le famiglie residenti sono 1.221. Platì ha quattro frazioni Cirella, Secoli, Lauro e Gioppo.
II territorio si estende per 50,01 Kmq. E confina con i comuni di Ardore, Benestare, Cimino, Oppido Mamertina e Santa Cristina d'Aspromonte. Il paese è posto allo sbocco della vallata della fiumara Ciancio che poi prende il nome di fiumara di Platì ed infine quella di Careri per sfociare sullo Jonio (Bovalino). Platì è adagiato su un conide di deiezione ed è posto in una zona tra le più intense per dissesto idrogeologico. Nell'alluvione dei 1951 (16-18 ottobre) fu il paese più colpito con 18 morti e l'abitato parzialmente distrutto. Il territorio è percorso da decine di torrenti allo stato selvaggio che hanno contribuito alla distruzione di una economia basata sulla produzione dell'olio d'oliva ed agro-pastorale. Dopo l'alluvione dei 1951 (contava 7200 abitanti) la popolazione ha preferito l'emigrazione interna (Milano-Torino) o transoceanica verso l'Australia. Dopo l'alluvione dei 1951 Platì fu visitata da Alcide De Gasperi all'epoca Presidente del Consiglio il quale disse: "Deve finire l'Italia di Platì". Ma Platì fu ancora colpita in maniera violenta dalle alluvioni del 1953 e 1958, che portarono ad un abbandono del territorio con decine di frane imponenti e mai sistemate. In cinquant'anni l'apporto della fiumara Ciancio-Platì è così imponente che il letto del torrente è sopraelevato rispetto al tetto delle abitazioni. Nessun intervento organico è stato attivato.
Il paese è attraversato dalla statale 112 che dovrebbe collegare lo Jonio al Tirreno attraverso il Passo dello Zillastro e congiungersi a Santa Cristina d'Aspromonte, Oppido Mamertina e Molochio. La strada è chiusa al traffico dal 1951 e i lavori per il ripristino sono iniziati nel 1985 e mai ultimati. Le strade poderali sono in completo dissesto. Platì è un paese d'acque che d'estate soffre la sete nonostante le cinquanta sorgenti esistenti sul territorio. Spesso l'acqua non è potabile e Platì ha la più alta percentuale europea di ammalati (e morti) di cirrosi epatica.
A Platì esiste l'ufficio della scuola media inadatto e senza alcuna attrezzatura sportiva e didattica, tipo una biblioteca. I ragazzi che frequentano la scuola materna, elementare e media sono 600, oltre ai duecento che frequentano le scuole della locride. Non esiste un cinematografo, né una struttura di socializzazione.
La disoccupazione presenta dati allarmanti soprattutto per quanto riguarda i giovani. Esistono oltre duecento famiglie prive di redditi e soprattutto una forte incidenza di nuclei familiari privi di capofamiglia con decine di ragazzi che vivono una esistenza precaria. Tale situazione e, ovviamente il disagio sociale in cui versa la popolazione, mi hanno indotto, anche attraverso il contributo di tanti amministratori della Locride che si sono occupati del c. d. "caso Platì", ad attivare attraverso questo progetto di legge iniziative utili e proficue per uno sviluppo sociale e territoriale che porti alla vera rinascita del paese di Platì.
Questo progetto di legge consta di n. 6 articoli e andrà a finanziare attraverso la costituzione di un fondo di riserva alimentato da leggi nazionali e regionali prevelevando una quota oscillante tra il 3 e il 5% (art. 4) una serie d'interventi che sono: opere di riqualificazione dell' area urbane degradata- e dei rioni attraverso la realizzazione di aree attrezzate, centri di aggregazione, biblioteca, ludoteca, palestre, riorganizzazione degli spazi antistanti le scuole, ridisegnazione dei percorsi verdi a dominante pedonale e ciclabile specialmente nelle aree interne; misure per ridurre il disagio abitativo e aumentare l'offerta di alloggi in locazione; attività di istruzione e formazione, con particolare riguardo alla formazione professionale congiunta tra gli Enti locali e gli operatori delle organizzazioni dei volontariato e delle associazioni di promozione sociale; riqualificazione del centro storico con la creazione o il ripristino di locali da adibire a laboratori artigiani per il recupero dei vecchi mestieri (art. 2). criteri, le modalità e le priorità per l'erogazione dei finanziamenti verranno stabiliti con decreto del Presidente della Giunta Regionale e presso la ,Presidenza della Giunta regionale verrà creata una unità speciale per la valutazione dei progetti e la gestione del fondo per il c.d. decreto Platì (art. 3).

Per saperne di piùhttp://www.consiglioregionale.calabria.it/pl8/107.htm:
Chissà cosa ne pensano i paesani e gli oriundi di questa descrizione del paese, dei suoi abitanti e di un progetto svanito, per giunta senza firma.

La cosa più bella è la foto, scattata dallo zio Ernesto junior sul finire degli anni cinquanta.

lunedì 17 ottobre 2011

Ottobre (reg. Grigori Aleksandrov, Sergej M. Ejzenstej - 1927)





... si erano susseguite straordinarie giornate autunnali, di quelle che suscitano sempre lo stupore della gente: quando il sole già basso scalda più che in primavera e quando nell'aria limpida, rarefatta, tutto splende talmente che gli occhi ne sono abbagliati, e il petto si rinfranca e si ristora respirando la fragrante aria dell'autunno, e quando persino le notti sono tiepide; e in quelle notti tanto tiepide e tanto  buie, continuano a cadere dal cielo stelle d'oro, suscitando sempre spavento e paura.
Sergio Leone Tolstoi, Guerra e Pace

venerdì 7 ottobre 2011

Have you ever seen the rain? - Creedence Clearwater Revival



QUELL'ALLUVIONE CHE SEGNO' PLATI'




Questo articolo apparso sulla Gazzetta del Sud martedì 29 gennaio 1985 era conservato tra le carte di papà, che di certo non scordò mai quell'episodio.
La foto è anche di Toto Delfino e mi è stata concessa da Francesco.

giovedì 6 ottobre 2011

La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (reg. Lina Wertmuller - 1978)



Chi è nato a Platì, come me, tra il 1955 e il 1965, ha sentito spesso parlare di quei giorni tra il 16 e il 18 ottobre 1951. Giorni di paura e timore per le persone come per gli averi: la casa innanzitutto e i poderi. Ci lasciarono la vita 19 persone.
Nello sgomento i più cercavano riparo altrove, chi poteva presso parenti. Papà e mamma con Saro di tre anni, scapparono, aiutati nella corsa contro il tempo e la massa d’acqua che arrivava dalla montagna, a salvare più roba possibile, dallo zio Pepé. Lasciarono la casa che era appartenuta al nonno Rosario e dove loro si erano sistemati subito dopo il matrimonio. Per fortuna il nonno, come ho già scritto, molto tempo prima aveva comprato dal nonno Luigi la casa in via 24 maggio e li si sistemarono per gli anni a venire, fino al trasloco in Messina.
L’avvenimento fu riportato da tutti i giornali, dalla radio e dai cinegiornali. I politici si riempirono gli occhi di lacrime da coccodrillo e le bocche di vane promesse. Allora il paese superava i 7.000 abitanti.
Oggi, fate un viaggio a Platì, se riuscite ad arrivare. Il territorio presenta, in netta evidenza le lacerazioni subite da quell’evento, come da quelli successivi. Ben poco fu fatto. In più i dissesti alle vie di transito si sono aggravati. Non chiedetemi di chi è la colpa; di tutti. Non possiamo tirarci indietro, e non è solo l’assenza, che peraltro continua, dello Stato e delle sue istituzioni. Ammettiamolo, è stata l’incuria, fiduciosi che niente poteva accadere.
In questo momento se imboccate la statale 112, quando appena state per lasciarvi alle vostre spalle l’abitato di Natile, dovete camminare come lumache se ci tenete alla vostra automobile. Più oltre, lasciato Platì, non potete arrivare al Crocefisso, al Sanatorio o allo Zomaro. Continue voragini si aprono nella strada, abbandonata dal 1951, i cui lavori di ripristino, cominciati, non sono mai stati ultimati. Si è voluto progettare ed appaltare un arteria che promette e mantiene solo guai, e questo solo perché quelli di Careri non vadano più a mare a Bovalino bensì a Bagnara, come quelli di Palmi non vadano a San Ferdinando, nel golfo di Nicotera ma a Bianco.
Ora questa non è una critica, come poteva essere quella che Bertrand Russell faceva a Gandhi, intorno al 1940, quest’ultimo non voleva in India ponti, gallerie e ferrovie, perché non erano “naturali”.
 A Platì, che senso ha coprire ancora di cemento la fiumara ed ettari di terreno quando si potevano sistemare definitivamente le strade già esistenti?
Ancora oggi, da quest’altra parte, a Ciurrame, si sono festeggiate, loro dicono commemorate, le vittime del 2 ottobre 2009. Nei discorsi dei prelati e  politici niente è cambiato dal 1951 a Platì.
Dopo l'alluvione Platì fu visitata da Alcide De Gasperi all'epoca Presidente del Consiglio il quale disse: "Deve finire l'Italia di Platì". Ma Platì fu ancora colpita in maniera violenta dalle alluvioni del 1953 e 1958, che portarono ad un abbandono del territorio con decine di frane imponenti e mai sistemate.
La Natura è come Vittorio Gassman, nelle opere migliori si ripete sempre.

Nella foto: De Gasperi, lo zio Pepé appoggiato alla parete della casa con gli occhiali da sole e lo zio Ciccillo
all'ombra.
Eccoti accontentato, Francesco.