Per chi vive in città sembra una contraddizione, ma è così. Ora che l’estate è entrata nella fase più calda , la terra nella sua orbita attorno al sole al punto più vicino ad esso, si cerca, dove possibile, il rinfresco per i corpi.
Per chi fa vita di campagna, diversamente, è tempo di pensare a cosa accadrà nei prossimi mesi, a partire da quelli autunnali.
In questi giorni nell’orto le piantagioni si avviano alla piena maturazione, quelle sopravvissute, che non hanno subito gli assalti di insetti di tutti i colori o di agenti atmosferici, con la conseguente raccolta e conservazione secondo i propri gusti.
E’ questo anche e il tempo di programmare il prossimo calendario di seminagioni e colture invernali, ed i conseguenti lavori in vista di una fase che sembrerebbe comportare un calo di attività sia per le giornate più corte, sia perché il lavoro di irrigazione, il principale nelle giornate estive, dove possibile, anche perché il tipo di colture lo richiede, è quasi demandato alle piogge che si spera copiose ma non distruttive come da qualche anno a questa parte.
E’ un tempo in cui, chi coltiva senza l’apporto di sostanze assemblate in laboratorio si procura il letame da distribuire sotto gli alberi, là dove c’è carenza di humus,e quello da far riposare per l’uso che se ne farà la prossima primavera.
E’ anche il tempo dell’approvvigionamento della legna da ardere nei camini per il riscaldamento o per cuocere i cibi chi ne ha la possibilità.
E’, in ultimo, dalle nostre parti, tempo di previsioni sia per la raccolta degli agrumi che per quello delle olive, e chi conduce un vigneto si assicura giorno per giorno della maturazione dell’uva, uniche attività queste che restano in piedi - ancora per poco? - retaggio di un’epoca ormai remota, durante la quale questi luoghi fornivano le materie prime per il nutrimento delle città affamate.