I. M. I.
Nelle bene auspicate nozze di Luigi
Ambrosi – Ermenegilda Nicita
Signori,
Una notte primaverile: mite, argentea, profumata, incantevole.
Sull’Olimpo.
Son qui, a profferire il giudizio sui vecchi Dii, le venerande figure
di Pietro di Galilea e Paolo di Tarso. _ - ----
- Passarono e sprofondarono nella buia voragine L’Adunanubi, Nettuno e
Marte; il corteo sfrontato di Bacco, agitante tirsi e bicchieri: In dolce atto
modesto, sta il Dio della poesia a piè degli Apostoli e le nuove muse, in
torno, intuonano canti soavi. – Viene ora la volta di lei, la bellissima,
l’adorata. Si appressa, incantevole, alla sua desolazione. Le batte il cuore
sotto il seno di neve come ad un uccellino e le labbra le tremano come ad un
fanciullo cui incombe minaccioso il castigo.
Lo so – dice ella tendendo le braccia agli apostoli – lo so, son
peccatrice … è vero … ma voi, o grandissimi uomini, non mi condannate! Io … son
la felicità del genere umano! … I gemiti
e i singhiozzi le ruppero la parola: Pietro stese la scarna mano sul biondo
capo di lei, Paolo colso un giglio del prato, la toccò con esso e disse: “ Sii,
da oggi, come questo fiore, ma vivi, o felicità del genere umano “. E l’amore
si levò purificato a quel tocco, Venere l’incantevole, s’appressò a Maria; la
terra si destò gioconda e radiosa, poiché non le erano morte la canzone e la
felicità: - Viva, dunque, o novelli sposi, nei vostri petti l’amore. Ma che
cosa è l’amore? Io lo domando a voi, o giovani, cui scorre tumultuosamente il
sangue nelle vene, lo domando a voi, padri e madri di famiglia, che vi sentite
palpitare le viscere a l’appressarsi d’un figlio, lo domando a voi, vecchi
ottuagenari, a tutti a ricchi e poveri a tristi e lieti – se lo sapete . che
cos’è l’amore?
E’ palpito, m rispondete, d’un cuore gentile, è balsamo che molcisce
l’anima, essenza che inebria, incendia che divora. E’ tutto l’amore. Niente
senza l’amore si opera: “ la primavera, senza l’amor non germina, né s’innalza
al Signore inno o preghiera.” Infatti, aprite per poco il libro dei libri e voi
trovate in esso una splendida epoca di amore. Nel cantico dei cantici di
Salomone, le frasi più tenere e vezzose servono a descrivere l’idillio di quella
sposa divina, quale tipo superiore, come quella che simboleggia la Chiesa, e
voi trovate il mistico imeneo intessuto di tenerezze caste, di soavi accenti
ispirati.
Avanti ancora: non vedete l’industriosa Rebecca? La vecchia Sara fedele
?. E di Rachele per cui tanto fé – come dice Dante – Israel, il forte
nell’amore? E le nozze del giovinetto Tobia quale profumo non spirano d’una
delicata, intima unione, voluta da Dio? Oh, si, mi rispondete, lo so, l’amore
di queste creature è grande, è vero, è santo, ma è lontano lontano: si perde
nella notte dei tempi, mentre noi si vuole qualche cosa ci parli più da vicino
al cuore, come sarebbe: la parola augusta del Maestro Divino, oppure l’esempio
autorevole delle nostre mamme.
Ebbene, signori,
Vedetelo. “ Ora che del Giordano ai freschi rivi
trae le
turbe una gentil virtù,
e ascende alle città, fresche d’ulivi
giovin Messia del popolo, Gesù.”
Vedetelo – dico- e seguitelo per la cittadina linda e pulita di Cana
Galilea, dalle strade festanti per un lieto avvenimento, e più festanti ancora
per il passaggio di Lui, del Biondo Maestro, dalla capigliatura spiovente sopra
gli omeri, invitato oggi, da un carissimo giovine, suo amico, a presiedere, con
i discepoli e la Madre, al suo banchetto di nozze. Ed Egli, il Nazzareno
bellissimo, dal volto d’aquila e dalla voce soave, assistere per benedire con
la sua presenza il legame di due giovani vite, e comandare che quell’amore
purificato, debba rimanere indissolubile, duraturo, eterno. Vuole che due anime
si uniscano, si fondino, si trasformino e siano de in una; (ma non due corpi
soltanto). Intendete? A conferma del sacramento che la istituisce opera il
primo miracolo: la conversione dell’acqua in vino. E non è questo miracolo il
significato di ciò che stanno per diventare le nozze? Lei, la sposa, limpida e
chiara come acqua cristallina di fonte, che disseta e rinfresca; l’acqua che
ora, al suo comando divino, si muta in vino generoso, non è la donna,
quest’essere delicato e gentile, uscita dal costato dell’uomo, perché nell’uomo
s’immedesimasse? Ed il vino generoso, inebriante, che rinforza e riscalda, che
anima e dona l’allegrezza , non è lo sposo, l’uomo, che deve sorreggere, assorbire, sollevare la donna e
camminare insieme sul sentiero della vita? Quando io penso che questo miracolo
Gesù ha operato, per santificare le nozze, per nobilitare la donna … quando io
penso che a tanto L’ha determinato l’intercessione della sua dolcissima Madre …
oh allora mi accorgo a quale altezza fu sollevata la donna dal cristianesimo,
perché Lei sola la Madre di Gesù, comprendeva qual’era la missione di
quest’essere Madre, Sorella, Sposa, ed ha voluto nobilitarla in maniera da
farla diventare l’angelo tutelare nelle famiglie cristiane.
Non così era prima però, quando si riteneva la donna oggetto di lusso,
si barattava con qualche animale più o meno immondo … e si discuteva dai filosofi di Grecia e di
Roma, se quest’essere inferiore, così la chiamavano, fosse dotato di anima! …
Non è così tuttora presso i popoli barbari o paganeggianti in cui una civiltà corrotta
da basso impero, fa della donna un cencio, una tazza di voluttà inebriante, un
manichino della moda più o meno scollacciata! Ma basta per carità, capitemi: “
Vi ha un angelo dunque nella famiglia , che rende con una misteriosa influenza
di grazia, di dolcezza e di amore il compito dei doveri meno arido, i dolori
meno amari. L’angelo della famiglia è la donna.” A quest’angelo l’infelice
poeta di Recanati si rivolgeva dicendo: “ Donne da voi non poco la patria
aspetta”.
Si, o novelli sposi, grande è la vostra missione! Voi tenete nelle
vostre mani l’avvenire di una generazione ventura, da cui la patria aspetta, la
religione domanda, la famiglia vuole il suo contributo. Voi, nel santuario
della famiglia, educherete, con mano assidua, le giovani piante – i figli – di
cui i fiori saranno la speranza del frutto per il vostro più tardo avvenire. La
fiaccola che porrete nelle loro mani, sarà il sole che vi riscalderà
nell’inverno degli anni. Ma badate di
mettere davvero nelle anni dei vostri figli la fiaccola e la fiaccola di cui vi
parlo è la Fede. Sentite: a somiglianza di certi animali domestici, che hanno
fretta di procreare, vi ha delle famiglie ultramoderne che regalano al mondo
dei figlioletti orbi. Non hanno il tempo queste donnine, della moda parigina,
di lavare gli occhi cisposi dei loro figlioli con le acque delle verità
sacrosante della fede.
- Che siano in difetto anche
loro? – Chi sa! – Invece, oh le nostre mamme buone! Che ci addormentavano sulle
ginocchia alla nenia di un canto religioso … che ci facevano balbettare mattina
e sera le parole sante della preghiera e ci conducevano – festanti – all’altare
per fare la prima comunione! E le nostre mamme benedette, si che rispecchiavano
le virtù delle sante donne dell’Evangelo! Erano cioè fedeli e caste, amabili e
prudenti, vereconde e gravi, erano erudite nelle celesti dottrine, feconde nel
lavoro, disciplinate in casa; in una parola: venerabili! E la generazione
uscita da queste sante donne vanta cinquecento mila madri di eroi; portò
l’Italia a Vittorio Veneto e la croce sul Campidoglio:
ho detto. – Intanto,
Oggi due cuori si unirono; oggi in qualità di Sacerdote ho comandato
che questi cuori si amassero ed essi coi palpiti più accelerati son qui a dirmi
che sono pronti a mantenere la promessa.
Salvete, o sposi!
Da parte mia tre regali vi porgo. Un saluto col cuore, un plauso con
l’anima, ed un consiglio con la mente serena.
Il saluto è che nella vita vi sorrida sempre l’amore, come in questo
giorno stupendo: e sia dolce, come il miele d’Ibla, sereno, come una melodia,
costante, come il sole.
Il plauso è che questo amore trionfale percorra le vie della vita più
lunga, sotto una pioggia di rose, che cadano lentamente sopra le vostre teste
sempre giovani.
Il consiglio è di educare le future pianticelle secondo il codice di
Cristo.
Ed ora: Amatevi! Il vostro amore è benedetto. Affrettatevi a colmarvi
di amore: le gioie della famiglia son tante … Avanti sempre, per il sentiero
della vita.
“ il mondo è bello e santo l’avvenire! “
Salvete!
Sac: Ernesto Gliozzi
Arciprete