Sergio Leone Tolstoi
il più grande
28/08/1828 – 07/11/1910
A parte libri e libricini di preghiere della mamma, l’unico libro che ricordo in casa, a Platì, è Resurrezione di Lev Tolstoi – mi piace scriverlo così, né alla russa con la J che sembra un’appendice felina, né all’americana con la Y yankee -.
E’ sulla scrivania di papà, nel retrobottega, che, poi, era ancora una parte della bottega: di fronte, dove stava seduto papà, la scaffalatura conteneva le scarpe in vendita, alle spalle c'era di tutto, dai chiodi di tutte le dimensioni alle cartucce, piombo e polvere da sparo per i cacciatori.
Papà, è stato, nei tempi prima dell’entrata in casa della televisione, il lettore della famiglia - è stato anche un ascoltatore della radio (alla sinistra della scrivania), la sua passione erano le opere liriche -; molto spesso, dopo cena, leggeva per gli adulti di casa, dapprima per il nonno, la nonna e le sorelle ancora signorine, e dopo sposato si aggiunse la mamma, ma già mancava qualche sorella andata sposa di mariti venuti da fuori. Recentemente la zia Amalia mi ha detto che papà leggeva di tutto, eppure non superò mai la terza elementare. Qui a Messina preferiva gli editoriali del direttore della Gazzetta del Sud, il quale col suo anticomunismo alla messinese infusogli dal suo padrone/padrino/allevatore, Bonino, il re della molitura, lo faceva arrabbiare e gridare, indirizzandogli, “bestia, gnoranti e mortu i fami”!
Quel titolo, Resurrezione, non l’ho scordato mai: nella copertina del libro era scritto di colore rosso, in corsivo, di traverso, da sinistra verso destra, dal basso verso l’alto, con sopra un volto dolorante d’uomo - un Cristo? -.
Ho aspettato anni prima di cominciare a leggere Tolstoi, e l’ho letto tutto. Devo dire che ho cominciato al momento giusto con
Anna Karerina.
Guerra e Pace lo rileggo ogni anno, sono alla sesta volta, in ottobre: del resto Cormac Mc Carthy, come ai suoi tempi Dostoevki, quest’ultimo libro, lo definisce il più grande mai scritto, superiore alla
Bibbia. Mio malgrado, quello che preferisco è
I Cosacchi, una cosetta rispetto all’altro, ma per dirla con Marcel Proust: “sono le opere da niente che ci fanno addentrare nei gradi capolavori di uno scrittore”.
Oggi papà avrebbe compito 103 anni.
Il titolo di oggi è stato sceneggiato, tra gli altri, da Corrado Alvaro.