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martedì 6 maggio 2025

L'ascesa [Larisa Shepitko, 1977]

Ecco, Luigi. Ho terminato la traduzione e la sottopongo alla sua attenzione. L'architettura formale è molto complessa e lo stile involuto, quasi enigmatico, ben si attaglia all'argomento: l'elogio è sottile e oscuro, evidentemente riservato a spiriti eletti, in grado di cogliere il senso riposto dei riferimenti sottesi. Nella resa ho cercato di mantenere la massima fedeltà nei confronti del'originale, anche a costo di risultare a mia volta poco chiaro



Ode

Salve, Divinità del Tevere, creata

In questo giorno, mai ricordato, in cui

Vedi gli anni di Pietro, e salve ancora,

O Sommo dei Devoti!

I popoli che vedono questo giorno esultano,

Poiché credono che proprio allora per Te

Trasformi le lacrime in riso, e in alma

Pace la guerra.

Tu per cinque lustri illimitate,

Barbaramente preparate contro tanti figli,

Nel corpo a malincuore sopportasti tollerante

Nel cuore fatiche.

Donde tanti eventi, se non per il fatto che fosti

L’integro custode delle Tradizioni e della Fede?...

Che tu insegni con la tua parola e la tua penna accorte,

Con la morte proteggi!...

Di qua ferve la Potenza di questo secolo putrido,

E ferve il Principe che giace nelle Tenebre,

Stridono con i denti e stolti tentano

Di rovinare il Sacro[1]!

Ma contro la Fede potranno pochissimo

Le porte degli Inferi, come un’alta canna,

Subito, anzi, spezzate periranno,

Testimone il Maestro.

Come il cane morde la pietra gettata,

Quando, rabbioso, non può mordere la mano di chi gliela scaglia,

Così fanno anche quelli che vedono il dono della Fede,

Ma non possono toccarlo.

I perfidi insultano il trono di Pietro e quella

Che in tutto il mondo è venerata con pia devozione,

La tua vecchiaia, la insultano tra la gente,

Dicendo il falso!...

E Dio stesso, per confondere gli ingiusti,

E garantirti di nuovo cari fedeli,

Questo Sole con nuova e insolita luce

Fece sorgere.

L’ascesa al soglio in questo giorno manifesta al Mondo

Che regni col cuore, con l’anima, sui tuoi,

Che s’impegnano tutti insieme per pagare il tributo

D’un tenero amore.

Da qui celebrano felici la tua vecchiaia,

Ti salutano a gran voce, con le mani piene

Di corone il seggio reale del duplice diritto[2]

Ornano di fiori.

Testimonino la loro gratitudine per un favore così grande,

Di qui si dirigono in chiesa e chiedono calorosamente

Che il Signore almeno fino a un secolo di vita

Ti protragga gli anni.

Li protrarrà!... verrà il tempo in cui i ribelli

Tristi vedrai coi tuoi occhi

Implorare il perdono ai tuoi piedi, con la fronte

Cosparsa di polvere.

O Padre benevolo, gioisci di una grande felicità,

Dio prepara allori trionfali[3]

Per la nave dei misteri e per te che la governi,

Percossi i flutti[4].

Allora la gioia sarà piena per il popolo e per Te,

Che l’avrete ottenuta, con lo stupore delle persone,

Allora “PIO NONO” e “salve” ripeteranno

Entrambi i Mondi!

………………………………………………………………………………………………………………......

Vincenzo Fragomeni, Canonico Penitenziario della Chiesa Cattedrale di Gerace

 

Il celeberrimo Don Antonio Pujia, Arcipresbitero di Filadelfia, una volta che ebbe letta quest’Ode, onorò molto l’autore, che era un suo Amico, con i seguenti versi, composti secondo lo stesso schema metrico:

Modulando la strofe saffica, o amico,

Prepari innumerevoli allori,

Oh! voglia il cielo rendere realizzati

 Gli auspici formulati.

La Volontà della Provvidenza divina, del Vecchietto sacro che indossa l’emblema della dignità sacerdotale,

Che conserva le chiavi del fedele Pietro,

Finché supererà i colpi ostili

Protrarrà l’esistenza[5].



[1] Il punto dopo Sacra andrebbe eliminato per recuperare il senso del periodo, che così torna (stolidi, nominativo plurale maschile, si riferisce sia a Potestas che a Princeps e la concordanza viene rispettata). Un’ipotesi più indolore potrebbe essere quella di tramutare il punto in virgola, anche se in linea di principio qualsiasi modifica al testo tràdito per me risulta sempre dolorosa. Notevole la frequenza delle iniziali maiuscole, che ho cercato di mantenere, compatibilmente con le esigenze della traduzione.

[2] Chiaramente umano e divino.

[3] Endiadi.

[4] Le virgole nel testo sono un po’ libere, ma questo è il caso più particolare: nell’ablativo assoluto fluctibus ictis, stando almeno a questa dispositio verborum, non dovrebbe esserci alcun elemento separatorio.

[5] Ho mantenuto la disposizione dell’originale latino, ma in realtà il periodo andrebbe riordinato nel seguente modo, per una sua migliore fruibilità: «La Volontà della Provvidenza divina protrarrà l’esistenza del Vecchietto sacro che indossa l’emblema della dignità sacerdotale e conserva le chiavi del fedele Pietro, finché supererà i colpi dei nemici».


La traduzione, le note, come l'epigrafe iniziale, sono del Prof. Arduino Maiuri docente di latino e greco presso il Liceo Classico Cornelio Tacito di Roma e dottore di ricerca in Filologia greca e latina e Storia religiosa presso la Sapienza Università di Roma.

Il Canonico Vincenzo Fragomeni (16 dicembre 1814 - 10 maggio 1884), geracese, compose l'ode in occasione del faustissimo giorno 23 agosto 1871 in cui Pio IX raggiunse gli anni ed i giorni del supremo pontificato di San Pietro in Roma.

Don Antonio Pujia (Filadelfia, 1818 -1886), fu arciprete di Filadelfia (VV)

Il documento originale apparteneva al sacerdote Prof. Rosario Oliva di Platì, ceduto dallo stesso ad Ernesto Gliozzi il vecchio.

Questo post è un'occasione per ricordare Larisa Yefimovna Shepitko (1938 - 1979) "one of the most prominent Soviet filmmakers".