Si sa com’è! In estate i filmfestival spuntano come l’erba
porcellana, sebbene quest’ultima adori il terreno umido. Ma questo che prende
il via oggi è un evento del tutto inedito perché è virtuale, c’è, ovvero, non
c’è! “Ci sarebbe”, usando un
espressione del “principe Antonio De Curtis”. Per mettere su un festival c’è
prima di tutto bisogno di sovvenzioni pubbliche o private e Platì oltre che
difettare di cose molto più importanti difetta dell’intervento sia esso
istituzionale che privato. Tacendo l’inesistenza di strutture atte ad ospitare
eventi del genere, che non sia la sala ex cinema
Loreto. E' inconcepibile girare per il paese come faceva Mimmo Addabbo
quando dismessi i panni del proiezionista guidava il comitato festeggiamenti
con una rubrica in mano dove si segnava la cifra che ognuno poteva dare per il
buon esito della festa e la soddisfazione da
madonnaduritu o i santurroccu. Ma, da sempre, c’è anche la scarsa
partecipazione, solo e sempre i soliti, della comunità ad eventi culturali che
hanno il solo scopo di allargare le prospettive mentali, dare un futuro a Platì.
Nasce così la particolarità di questo festival, esso è direttamente fruttuoso
stando comodamente seduti presso la propria postazione mediatica: una semplice
ricerca del titolo in formato Mp4, Avi o simili, il download, aprirlo con VLC,
il resto fatelo fare alla vostra intelligenza. Le opere, i cui titoli sono
quelli più tracciabili, in inglese, sono tutte in rete per opera dei tanti
infaticabili comunisti della cultura. Così, il FilmFestival è servito! Il
cinema come evento sociale è morto da decenni, la pellicola da cui sgorgavano
le immagini è stata dismessa per divenire “file”: aprire un file è una faccenda privata seppur condivisibile.
Nota: L’epigrafe
apposta in alto sulla locandina proviene dal Circolo di Cultura Cinematografica “U. Barbaro” che operò nella
città dello Stretto con alterne vicende fino alla metà degli anni ottanta dello scorso secolo, quello delle stragi. Oggi essa è tornata carica del suo significato non solo politico.
Gli auspici di Enzo Ungari sono anch’essi virtuali, avendoci egli lasciati
appena approntato il bertolucciano Ultimo
Imperatore. Ancora, e per sempre, la critica cinematografica italica non ha
trovato un suo degno sostituto, ma solo venduti parolai mediatici.
Onde evitare la noia, una breve descrizione delle opere
proposte verrà in seguito.